Lavoro in un ambito che non ha nulla a che fare con codesti animali. Sono passato dai gechi leopardini, alle Pogona terminando ai gechi della Nuova Caledonia con un inframezzo di una miriade di altre specie.
Di conseguenza io per colleghi, amici e parenti sono “quello con gli animali strani”.
Sicuramente molti allevatori ed appassionati si ritroveranno in questa definizione.
Di conseguenza io per colleghi, amici e parenti sono “quello con gli animali strani”.
Sicuramente molti allevatori ed appassionati si ritroveranno in questa definizione.
Ed ecco che arriva la domanda che almeno una volta nella vita un allevatore si sente porre “C’hai l’igguana?” rigorosamente con la doppia g come a rimarcare l’importanza del rettile.
Non ho mai capito perché questa fissazione per la povera iguana.. non sarebbe più facile “lucertola” o “geco”? Non pretendo il nome scientifico, ma nemmeno sparare il primo nome che viene in mente..
Un tempo cercavo di spiegare che tipo di animale allevavo, ormai mi arrendo all’inevitabile ed ineffabile domanda, rispondendo positivamente in maniera quasi automatica, come un riflesso condizionato.
Il massimo del climax emotivo raggiungeva l’apice sul volto del mio interlocutore quando rispondevo “no, allevo Pogona, quelli che comunemente si chiamano Draghi barbuti” passando dalla estrema esaltazione alla parola “drago”, terminando in una facilmente avvisabile delusione quando mostravo la foto della specie in questione, che niente aveva di un enorme lucertola alata sputafuoco provvista di folta peluria facciale.
Ora ormai non cerco neanche più di portare la luce nelle buie menti dei “non addetti ai lavori”. Troppo frustrante.
Stranamente però quando invece si tratta di tartarughe invece una luce in fondo al lungo tunnel sembra far capolino.. almeno lì non cercano di identificare il rettile con il primo (e probabilmente unico) nome scientifico sentito in giro, ma si limitano a dire “ah sì, quelle che costano 7 € al negozio, sono piccole con le orecchie gialle..”..
La massima espressione di codesta battaglia persa giunge generalmente al Sabato, quando svolgo attività di volontariato in un rettilario vicino casa.
Qui ci si perde in una odissea di ignoranza e, a mio parere molto più grave, falsa sapienza.
La prima esperienza di tale e pericolosa ignoranza è stata con un signore che, sporgendosi per vedere meglio le tartarughe nel laghetto, aveva perduto gli occhiali, i quali sfortunatamente erano andati a finire sotto una Chelydra serpentina anche detta Tartaruga Azzannatrice. Non ci vuole una laurea per capire che con un nome del genere, andarci a mettere la mano davanti al muso è una mossa poco intelligente. Interessante la reazione infastidita di quando l’ho fermato.. non pensavo certa gente ci tenesse così poco alle proprie falangi..
Poi ci sono gli esperti osservatori del mondo degli aracnidi, i quali, nonostante un enorme cartello con scritto “Attenzione a non scambiare la muta per il ragno”, intavolano una battaglia per i diritti delle migali in quanto non ho provveduto ad una degna sepoltura del presunto cadavere.. peccato che il ragno sia lì di fianco a farsi gli affari propri e l’arguto osservatore non noti che il “corpo” che sta guardando è vuoto in quanto è una muta..
Segue a ruota la domanda che viene posta circa 2000 volte quando tiriamo fuori alcuni innocui serpenti (generalmente Elaphe guttata e Lampropeltis), li facciamo toccare ai bambini, facciamo fare le foto di rito con l’ofide intorno al collo e salta fuori la cima di turno che chiede “ma è velenoso?”
Ceeeeeerto, è normale abitudine tenere in mezzo ad un gruppo di bambini un serpente velenoso, cosa vuoi che succeda.. anzi, stiamo per inaugurare anche l’attrazione “fai il bagno coi caimani che non mangiano da tre settimane”, vuole provare?
Ultimo ma non meno importante, anzi, direi la ciliegina sulla torta del mio personale bestiario è il fidanzato presunto erpetologo, cresciuto a pane e documentari su DMAX. Questa specie è la migliore in assoluto in quanto assume un tono quasi professionale mentre espone le caratteristiche del mondo animale con assoluta certezza e teatralità, quasi come recitasse un copione scrittogli per l’occasione e riportando immagini viste in televisione come se le avesse vissute in prima persona.. peccato che poi mi cada sul finale dicendo che “questo è un Boa constrictor: vedi, non è tanto pericoloso per il fatto che ti stringe, ma per il veleno che ti inietta quando ti morde”
Oh mio Dio.. abbiamo l’unico incrocio al mondo tra un Boa ed un Crotalo e non lo sapevamo!!
Non ho mai capito perché questa fissazione per la povera iguana.. non sarebbe più facile “lucertola” o “geco”? Non pretendo il nome scientifico, ma nemmeno sparare il primo nome che viene in mente..
Un tempo cercavo di spiegare che tipo di animale allevavo, ormai mi arrendo all’inevitabile ed ineffabile domanda, rispondendo positivamente in maniera quasi automatica, come un riflesso condizionato.
Il massimo del climax emotivo raggiungeva l’apice sul volto del mio interlocutore quando rispondevo “no, allevo Pogona, quelli che comunemente si chiamano Draghi barbuti” passando dalla estrema esaltazione alla parola “drago”, terminando in una facilmente avvisabile delusione quando mostravo la foto della specie in questione, che niente aveva di un enorme lucertola alata sputafuoco provvista di folta peluria facciale.
Ora ormai non cerco neanche più di portare la luce nelle buie menti dei “non addetti ai lavori”. Troppo frustrante.
Stranamente però quando invece si tratta di tartarughe invece una luce in fondo al lungo tunnel sembra far capolino.. almeno lì non cercano di identificare il rettile con il primo (e probabilmente unico) nome scientifico sentito in giro, ma si limitano a dire “ah sì, quelle che costano 7 € al negozio, sono piccole con le orecchie gialle..”..
La massima espressione di codesta battaglia persa giunge generalmente al Sabato, quando svolgo attività di volontariato in un rettilario vicino casa.
Qui ci si perde in una odissea di ignoranza e, a mio parere molto più grave, falsa sapienza.
La prima esperienza di tale e pericolosa ignoranza è stata con un signore che, sporgendosi per vedere meglio le tartarughe nel laghetto, aveva perduto gli occhiali, i quali sfortunatamente erano andati a finire sotto una Chelydra serpentina anche detta Tartaruga Azzannatrice. Non ci vuole una laurea per capire che con un nome del genere, andarci a mettere la mano davanti al muso è una mossa poco intelligente. Interessante la reazione infastidita di quando l’ho fermato.. non pensavo certa gente ci tenesse così poco alle proprie falangi..
Poi ci sono gli esperti osservatori del mondo degli aracnidi, i quali, nonostante un enorme cartello con scritto “Attenzione a non scambiare la muta per il ragno”, intavolano una battaglia per i diritti delle migali in quanto non ho provveduto ad una degna sepoltura del presunto cadavere.. peccato che il ragno sia lì di fianco a farsi gli affari propri e l’arguto osservatore non noti che il “corpo” che sta guardando è vuoto in quanto è una muta..
Segue a ruota la domanda che viene posta circa 2000 volte quando tiriamo fuori alcuni innocui serpenti (generalmente Elaphe guttata e Lampropeltis), li facciamo toccare ai bambini, facciamo fare le foto di rito con l’ofide intorno al collo e salta fuori la cima di turno che chiede “ma è velenoso?”
Ceeeeeerto, è normale abitudine tenere in mezzo ad un gruppo di bambini un serpente velenoso, cosa vuoi che succeda.. anzi, stiamo per inaugurare anche l’attrazione “fai il bagno coi caimani che non mangiano da tre settimane”, vuole provare?
Ultimo ma non meno importante, anzi, direi la ciliegina sulla torta del mio personale bestiario è il fidanzato presunto erpetologo, cresciuto a pane e documentari su DMAX. Questa specie è la migliore in assoluto in quanto assume un tono quasi professionale mentre espone le caratteristiche del mondo animale con assoluta certezza e teatralità, quasi come recitasse un copione scrittogli per l’occasione e riportando immagini viste in televisione come se le avesse vissute in prima persona.. peccato che poi mi cada sul finale dicendo che “questo è un Boa constrictor: vedi, non è tanto pericoloso per il fatto che ti stringe, ma per il veleno che ti inietta quando ti morde”
Oh mio Dio.. abbiamo l’unico incrocio al mondo tra un Boa ed un Crotalo e non lo sapevamo!!