Generalmente il Rhacodactylus auriculatus rappresenta la
seconda scelta di molti allevatori di C. ciliatus.In inglese viene chiamato
Gargoyle gecko, probabilmente sia a causa della particolare conformità della sua testa sia a causa della sua livrea che, in molti casi,
ricorda il disegno che si può trovare sulle lastre di marmo o pietra in genere.
Originariamente, verso gli anni '70, era conosciuto sotto il nome di Platydactylus auriculatus, mentre poi è passato al genus Rhacodactylus in cui è rimasto anche dopo la recente revisione del genere.
Deve il suo nome alle protuberanze ossee al di sopra delle aperture dei canali uditivi che, per l'appunto, rimembrano delle orecchie.
Origini:
E' endemico delle regioni del sud della Nuova Caledonia, conosciuta come Grande Terre.
Descrizione:
Da adulto raggiunge una lunghezza di circa 190-210 mm di lunghezza, per un peso indicativo di 40-65 grammi.
Il torso è robusto, con arti e coda slanciati e varie tonalità di colori (morph).
E' un geco robusto e di facile gestione, una valida alternativa al cugino crestato.
Il paragone con il C. ciliatus è quasi d'obbligo (ricordo che fino a non molto tempo fa, erano entrambi facenti parte del genere Rhacodactylus). Sono entrambi gechi crepuscolari/notturni, insettivoro/frugivori che necessitano di parametri di stabulazione molto simili. La differenza sostanziale è di certo l'habitat naturale. Entrambi della Nuova Caledonia, gli auriculatus prediligono i bassi arbusti e cespugli, a causa della loro limitata capacità di scalatori.
A differenza dei cugini ciliatus, infatti, non hanno una grande capacità di arrampicarsi sulle superfici lisce a causa delle lamelle subdigitali poco sviluppate. Tale sottosviluppo però, è ovviato grazie a delle unghie molto robuste che gli permettono di fare presa su superfici ruvide quali tronchi o rami.
Un altra differenza è nella coda, che nei ciliatus è grassottella mentre negli auriculatus è sottile . Gli auriculatus però hanno la capacità di far ricrescere la coda in seguito al suo distaccamento, cosa che nei ciliatus invece avviene in maniera definitiva.
Come molti gechi, sono in grado di produrre delle vocalizzazioni, per lo più però limitate a squittii difensivi nel caso degli individui più giovani, per passare a versi più ad alto volume nel caso degli adulti.
In alcune letture, ho ritrovato (e cito testualmente) che il geco tenuto in mano può produrre delle sorta di vibrazioni a bassa frequenza, emesse ad intervalli regolari. Personalmente non ho mai avuto esperienza con tale particolarità, e gli stessi autori da cui l'ho letto ne parlano come una eventualità talmente remota, che non si è in grado di dire se sia una caratteristica legata al sesso dell'animale o quale ne sia il motivo. Si può presupporre però, che si tratti di una forma di comunicazione intraspecifica quando due gechi si trovano a contatto od anche quando non lo sono, sfruttando però il passaggio di tale vibrazione alla vegetazione vicina.
Allevamento
Terrario:
Come già detto, l'auriculatus è un geco di poche esigenze, tra l'altro molto simili a quelle del ciliatus.
Per cui, per comodità del lettore, riporterò quanto già scritto nella scheda di allevamento dell'altra specie con le dovute precisazioni.
Necessitano di un ottimo ricircolo d’aria e di molti nascondigli predisposti tramite piante (vere o finte non cambia), tronchi e di abbastanza spazio.
Per il ricircolo d’aria è sufficiente predisporre un lato del terrario interamente in rete fine (possibilmente metallica).
Personalmente ospito i miei in vasconi di plastica abbastanza grossi, tutti stabulati singolarmente (unisco maschi e femmine solo per la riproduzione). Il vascone presenta una fila di fori nella parte bassa anteriore ricoperti con la rete, sul lato opposto la stessa fila ma nella parte superiore. Infine metà (se non tre quarti) del coperchio è completamente aperto, schermato dalla sola rete.
Un’altra possibile e valida scelta è un terrario in vetro. La scelta è vostra.
L’unico requisito è che le dimensioni debbano essere di almeno 50 cm per lato (o almeno 40 cm) di base per una altezza di circa 50/60 cm. In verità utilizzo anche vasconi di altezza minore per un semplice motivo: l'auriculatus è un geco che predilige la bassa boscaglia come cespugli e parte bassa dei tronchi, con una vasca attività al suolo (infatti viene definito "semi arboricolo" in molti testi). Questo è sia un mio vezzo per motivi di spazio sia un vantaggio per il geco stesso in quanto la ricerca del cibo (che si tratti di frutta o insetti) risulta più agevolata in spazi minori. (Occhio, parlo di spazi minori, non sacrificando il benessere dell'animale, ovvio)
Per l’arredamento, utilizzo rami presi in un boschetto vicino casa (opportunamente sterilizzati) e completo tutto con piante finte (non ho assolutamente il pollice verde), le quali forniscono un ottimo nascondiglio.
Per il fondo ammetto di essere indeciso da una vita. Le alternative possono essere la torba umida, scottex e panni spugna.
La torba dà un ottimo effetto naturale, “nasconde” lo sporco degli auriculatus e permette di evitare di dover predisporre una tana per la deposizione per le femmine (ci arriviamo dopo). Però è difficile doverla sostituire tutta dopo del tempo e c’è sempre un po’ di rischio ingestione.
Lo scottex e panni spugna sono utili in quanto facilmente pulibili, però guastano l’effetto naturale del terrario. Inoltre (ipotesi puramente personale) mi sembra che i gechi individuino meglio il cibo su uno sfondo chiaro.
Ho provato entrambi, ed ognuno ha i suoi pregi e difetti. La scelta dipende dalla persona e dal numero di terrari da dover gestire.
Temperatura ed illuminazione:
Essendo gechi crepuscolari/notturni, l’UVB non ritengo sia necessaria. Se vogliamo però essere sicuri, possiamo utilizzare una lampada UVB 2% per simulare il fotoperiodo.
Per la temperatura, fortunatamente gli auriculatus, come i ciliatus ben si adattano alle nostre temperature, mantenendosi in un range dai 18° C ai 30° C massimo.
In inverno, se riusciamo a mantenere un minimo di 20° C, non sarà necessario alcun riscaldamento, mentre se le temperature dovessero calare al di sotto di tale temperatura, sarà necessario incollare all’esterno di una parete del terrario un tappetino riscaldante di bassa potenza, termostatato sui 22°C - 24°C. Mi raccomando: dev’essere su una parete, non sul fondo.
Per i motivi di cui sopra, scordatevi spot rossi, lampade riscaldanti et similia.
Alimentazione:
Gli auriculatus, come i ciliatus, in natura sono insettivori e frugivori, indi gli alimenti base saranno insetti(soprattutto) e omogeneizzati alla frutta (in misura minore). Gli insetti sono le fondamenta della dieta, ma in base alla mia esperienza ritengo che non debba mancare nemmeno l’omogeneizzato. Più di una volta mi ha aiutato a “sbloccare” gechi che sembravano non crescere. Gli insetti base sono ovviamente blatte e grilli, con il supporto delle tarme della farina. Per gli omogeneizzati bisogna avere un po’ di pazienza: non tutti i gechi lo mangiano volentieri e molte volte sono anche schizzinosi. Personalmente uso omogeneizzati senza conservanti di banana, mela/ananas o frutti misti. L’alimentazione avviene un giorno sì ed uno no, alternando insetti e omogeneizzato.
Di inverno generalmente il geco stesso si alimenta di meno per cui generalmente si scende a due porzioni di cibo a settimana.. poi ci sono i casi in cui il geco non è mai sazio, ma qui si va in base all’individualità.
Acqua ed umidità:
Non necessitano di una bacinella di acqua per due motivi:
1- le feci del geco possono finire nell'acqua trasformandola in un ricettacolo di malattie ed infezioni.
2- preferiscono bere direttamente dalle gocce d'acqua presenti su foglie e pareti del terrario in seguito alle nostre nebulizzazioni giornaliere, piuttosto che da uno specchio di acqua fermo.
La percentuale di umidità consigliata all'interno del terrario è circa sul 70-75 %, la quale è facilmente ottenibile con una nebulizzazione serale nei periodi più freschi ed una nebulizzazione mattutina ed una serale nei periodi più caldi.
Questo permetterà di evitare problemi di muta dovuti alla poca umidità, e soddisferà la sete dei nostri piccoli amici
Integrazione:
Gli insetti devono essere sempre spolverati con il buon vecchio calcio, sostituito una volta la settimana con calcio + D3 onde evitare malattie ossee.
Cibi alternativi:
Mi pare giusto spendere due parole sui "cibi alternativi" disponibili sul mercato i quali principalmente sono due:
1- Repashy Crested Gecko Diet (altrimenti detto CGD)
2- Zoomed's Gecko Food
Il primo (Repashy CGD) è una polvere disponibili in varie taglie e gusti.
Basta scioglere in un bicchiere una proporzione 1:2 di Repashy ed acqua (indi per ogni cucchiaino di polvere, andremo ad aggiungere 2 cucchiaini di acqua) e mescolare il tutto. Personalmente preferisco che sia leggermente più liquida rispetto al solito, sia per fornire più acqua possibile al geco, sia per far sì che il preparato non si secchi troppo presto (sopratutto in Estate).
L'etichetta del Repashy riporta tutta la procedura di cui sopra.
La confezione recita: proteine di varia natura al 20%, un range di calcio che va dal 1,2 al 1,4 % e vitamine, tra cui la beneamata D.
Indi può essere tranquillamente considerato un alimento effettivamente completo, tanto che alcuni allevatori lo utilizzano come sostitutivo degli insetti.
Personalmente non me la sento di consigliare la completa sostituzione degli insetti con questo preparato, però può essere un'ottima alternativa.
Il secondo (Zoomed's Gecko Food) è una polvere bianca disponibile nella sola versione "base".
Lo si somministra asciutto generalmente in un tappo delle bottiglie di acqua, anche se la confezione recita che è possibile aggiungergli acqua nei casi di gechi debilitati. Personalmente non ho mai provato la seconda soluzione, avendo dei risultati positivi lasciando il tappo pieno di polvere senza problemi.
L'etichetta riporta i seguenti ingredienti: proteine di varia natura al 13%, calcio e varie vitamine con la D3.
Anche questo viene considerato un alimento completo, anche se la confezione recita "Dieta completa". Su questo non mi trovo d'accordo per i motivi di cui sopra, ma tant'è vero che nel "retro etichetta" si legge "da somministrare contemporaneamente a grilli".
Come già detto, i due cibi di cui sopra sono ottime alternative e variazioni nei singoli pasti, però ribadisco che le regole base devono essere seguite.
Riproduzione
Sessaggio:
Il sessaggio può avvenire con certezza al raggiungimento della lunghezza di 7 cm circa testa-cloaca, per mezzo di un loupe o di una lente di ingrandimento, alla ricerca dei pori femorali, caratteristici dei maschi.
I maschi adulti sono facilmente sessabili perché presentano due segni inconfondibili:
- Un grosso rigonfiamento alla base della coda (emipeni)
- Una fila di pori femorali nella zona inguinale, ossia tra le zampe posteriori, sopra la base della coda.
Accoppiamento:
Una premessa, così come per gli altri rettili, anche le femmine di auriculatus necessitano di un minimo di peso per poter tentare la riproduzione: tale soglia minima è universalmente indicata come 35-40 g di peso.
E così come per gli altri rettili, le femmine generalmente si ben tollerano tra di loro (con le dovute eccezioni del caso), mentre i maschi si attaccheranno a vista.
Dopo l’unione, generalmente durante la notte, i due lieti partner consumeranno l’accoppiamento e dopo ciò, passati 25-30 giorni, avverrà la deposizione.
Per la deposizione possiamo prepararci in due modi: 1 se abbiamo un terrario naturalistico con substrato in torba, sincerandoci che la torba sia profonda abbastanza (4-5 cm dovrebbero bastare) 2 preparando una tana da deposizione, composta semplicemente da una vaschetta (di quelle che si usano per conservare il cibo) forata sul coperchio, riempita di torba (sempre umida).
Io personalmente preferisco la seconda opzione, anche se il substrato è in torba.
Ovviamente il segnale di una deposizione imminente sarà l’incessante scavare della nostra geca.
Anche gli auriculatus fanno anfigonia, indi da un singolo accoppiamento possono seguire varie deposizioni, generalmente 5-6.
Meglio segnarsi la data di accoppiamento per tenere sotto controllo le date: un superamento della data può indicare un rischio distocia (ritenzione delle uova) e minare la sopravvivenza della femmina.
Incubazione:
Le uova sono generalmente a forma ovale di circa 2 cm di lunghezza.
Appena deposto è di consistenza morbida, infatti la geca tende ad aspettare che si indurisca prima di sotterrarlo.
Fatto questo, andremo a recuperare le uova per spostarle in incubatrice.
Io generalmente utilizzo vaschette chiuse (senza fori) riempite con vermiculite e acqua in rapporto 1:1.
Onde evitare che la condensa mini la buona salute delle uova, le posiziono inclinate nell’incubatrice in modo che l’acqua scorra lungo il coperchio fino al bordo inferiore della vaschetta.
Le temperature di incubazione vanno dai 20°C ai 27°C, per una durata di 60-100 giorni massimo.
Gestione dei piccoli:
Generalmente i piccoli li alloggio in fauna box, con lo stesso arredamento degli adulti, quindi un tronco ben fissato e foglie finte.
Non mangiano mai appena dopo la schiusa dato che il sacco vitellino dev’essere ancora assorbito del tutto.
Per il resto l’alimentazione è identica agli adulti, con le sole precauzioni riguardanti le dimensioni degli insetti e la frequenza dei pasti che sarà di ogni giorno.
E’ buona norma provare a somministrare anche un po’ di omogeneizzato in modo che non siano troppo schizzinosi crescendo.
Molto importante è dividere subito i vari individui sin dalla loro nascita: si è visto infatti che a differenza dei ciliatus, gli auriculatus sanno essere spietati tra di loro, con atti di cannibalismo che possono andare dalla semplice perdita della coda di uno degli individui a più nefaste conseguenze.
Malattie:
Purtroppo bisogna anche far conto delle possibili malattie, ma se la gestione è ottima, si eviteranno grossi problemi.
La più grande problematica che si incontra nell'allevamento degli auriculatus (ma anche con molti altri rettili) è la MOM - Malattia Ossea Metabolica (o anche Malattia Osteo Metabolica)
Avviene per la mancanza di calcio a livello osseo o per inefficienza nel suo assorbimento. Una ottima integrazione è l’unica precauzione. E’ una malattia che se non presa in tempo porta al decesso, e che, una volta manifestata, non è reversibile, bensì solamente arrestabile.
Altre problematiche legate ad un cattivo mantenimento in cattività sono la perdita della coda ed i problemi di muta.
La perdita della coda è sempre un avvenimento traumatico per il geco che però generalmente non comporta rischi per la salute dell'animale. Nel caso degli auriculatus la coda ricrescerà col tempo anche se vi sarà una netta diversità tra il colore originario e quello della ricrescita.
Nel caso di problemi di muta invece, il parametro imputabile è l'umidità.
Tutti i gechi fanno una muta perfetta, levandosi l'exuvia (la pelle "vecchia") in un unico pezzo, generalmente mangiandosela in seguito. Questo è un comportamento del tutto normale. Ciò che non è normale invece è che la muta avvenga a pezzi, lasciando alle volte brandelli di exuvia attaccati. In questo caso è necessario aumentare l'umidità per portarla nei parametri corretti. Anche la mancanza di calcio può portare a questo problema.
Generalmente si evita di levare a mano la muta, ma se questa crea dei lacci intorno alla coda, dita od interi arti, è necessario intervenire con un cotton fioc bagnato ed una pinzetta, levando tale laccio con molta attenzione. Lasciare il laccio in sede potrebbe portare alla necrosi (morte dei tessuti) della parte interessata ed alla sua perdita.
Originariamente, verso gli anni '70, era conosciuto sotto il nome di Platydactylus auriculatus, mentre poi è passato al genus Rhacodactylus in cui è rimasto anche dopo la recente revisione del genere.
Deve il suo nome alle protuberanze ossee al di sopra delle aperture dei canali uditivi che, per l'appunto, rimembrano delle orecchie.
Origini:
E' endemico delle regioni del sud della Nuova Caledonia, conosciuta come Grande Terre.
Descrizione:
Da adulto raggiunge una lunghezza di circa 190-210 mm di lunghezza, per un peso indicativo di 40-65 grammi.
Il torso è robusto, con arti e coda slanciati e varie tonalità di colori (morph).
E' un geco robusto e di facile gestione, una valida alternativa al cugino crestato.
Il paragone con il C. ciliatus è quasi d'obbligo (ricordo che fino a non molto tempo fa, erano entrambi facenti parte del genere Rhacodactylus). Sono entrambi gechi crepuscolari/notturni, insettivoro/frugivori che necessitano di parametri di stabulazione molto simili. La differenza sostanziale è di certo l'habitat naturale. Entrambi della Nuova Caledonia, gli auriculatus prediligono i bassi arbusti e cespugli, a causa della loro limitata capacità di scalatori.
A differenza dei cugini ciliatus, infatti, non hanno una grande capacità di arrampicarsi sulle superfici lisce a causa delle lamelle subdigitali poco sviluppate. Tale sottosviluppo però, è ovviato grazie a delle unghie molto robuste che gli permettono di fare presa su superfici ruvide quali tronchi o rami.
Un altra differenza è nella coda, che nei ciliatus è grassottella mentre negli auriculatus è sottile . Gli auriculatus però hanno la capacità di far ricrescere la coda in seguito al suo distaccamento, cosa che nei ciliatus invece avviene in maniera definitiva.
Come molti gechi, sono in grado di produrre delle vocalizzazioni, per lo più però limitate a squittii difensivi nel caso degli individui più giovani, per passare a versi più ad alto volume nel caso degli adulti.
In alcune letture, ho ritrovato (e cito testualmente) che il geco tenuto in mano può produrre delle sorta di vibrazioni a bassa frequenza, emesse ad intervalli regolari. Personalmente non ho mai avuto esperienza con tale particolarità, e gli stessi autori da cui l'ho letto ne parlano come una eventualità talmente remota, che non si è in grado di dire se sia una caratteristica legata al sesso dell'animale o quale ne sia il motivo. Si può presupporre però, che si tratti di una forma di comunicazione intraspecifica quando due gechi si trovano a contatto od anche quando non lo sono, sfruttando però il passaggio di tale vibrazione alla vegetazione vicina.
Allevamento
Terrario:
Come già detto, l'auriculatus è un geco di poche esigenze, tra l'altro molto simili a quelle del ciliatus.
Per cui, per comodità del lettore, riporterò quanto già scritto nella scheda di allevamento dell'altra specie con le dovute precisazioni.
Necessitano di un ottimo ricircolo d’aria e di molti nascondigli predisposti tramite piante (vere o finte non cambia), tronchi e di abbastanza spazio.
Per il ricircolo d’aria è sufficiente predisporre un lato del terrario interamente in rete fine (possibilmente metallica).
Personalmente ospito i miei in vasconi di plastica abbastanza grossi, tutti stabulati singolarmente (unisco maschi e femmine solo per la riproduzione). Il vascone presenta una fila di fori nella parte bassa anteriore ricoperti con la rete, sul lato opposto la stessa fila ma nella parte superiore. Infine metà (se non tre quarti) del coperchio è completamente aperto, schermato dalla sola rete.
Un’altra possibile e valida scelta è un terrario in vetro. La scelta è vostra.
L’unico requisito è che le dimensioni debbano essere di almeno 50 cm per lato (o almeno 40 cm) di base per una altezza di circa 50/60 cm. In verità utilizzo anche vasconi di altezza minore per un semplice motivo: l'auriculatus è un geco che predilige la bassa boscaglia come cespugli e parte bassa dei tronchi, con una vasca attività al suolo (infatti viene definito "semi arboricolo" in molti testi). Questo è sia un mio vezzo per motivi di spazio sia un vantaggio per il geco stesso in quanto la ricerca del cibo (che si tratti di frutta o insetti) risulta più agevolata in spazi minori. (Occhio, parlo di spazi minori, non sacrificando il benessere dell'animale, ovvio)
Per l’arredamento, utilizzo rami presi in un boschetto vicino casa (opportunamente sterilizzati) e completo tutto con piante finte (non ho assolutamente il pollice verde), le quali forniscono un ottimo nascondiglio.
Per il fondo ammetto di essere indeciso da una vita. Le alternative possono essere la torba umida, scottex e panni spugna.
La torba dà un ottimo effetto naturale, “nasconde” lo sporco degli auriculatus e permette di evitare di dover predisporre una tana per la deposizione per le femmine (ci arriviamo dopo). Però è difficile doverla sostituire tutta dopo del tempo e c’è sempre un po’ di rischio ingestione.
Lo scottex e panni spugna sono utili in quanto facilmente pulibili, però guastano l’effetto naturale del terrario. Inoltre (ipotesi puramente personale) mi sembra che i gechi individuino meglio il cibo su uno sfondo chiaro.
Ho provato entrambi, ed ognuno ha i suoi pregi e difetti. La scelta dipende dalla persona e dal numero di terrari da dover gestire.
Temperatura ed illuminazione:
Essendo gechi crepuscolari/notturni, l’UVB non ritengo sia necessaria. Se vogliamo però essere sicuri, possiamo utilizzare una lampada UVB 2% per simulare il fotoperiodo.
Per la temperatura, fortunatamente gli auriculatus, come i ciliatus ben si adattano alle nostre temperature, mantenendosi in un range dai 18° C ai 30° C massimo.
In inverno, se riusciamo a mantenere un minimo di 20° C, non sarà necessario alcun riscaldamento, mentre se le temperature dovessero calare al di sotto di tale temperatura, sarà necessario incollare all’esterno di una parete del terrario un tappetino riscaldante di bassa potenza, termostatato sui 22°C - 24°C. Mi raccomando: dev’essere su una parete, non sul fondo.
Per i motivi di cui sopra, scordatevi spot rossi, lampade riscaldanti et similia.
Alimentazione:
Gli auriculatus, come i ciliatus, in natura sono insettivori e frugivori, indi gli alimenti base saranno insetti(soprattutto) e omogeneizzati alla frutta (in misura minore). Gli insetti sono le fondamenta della dieta, ma in base alla mia esperienza ritengo che non debba mancare nemmeno l’omogeneizzato. Più di una volta mi ha aiutato a “sbloccare” gechi che sembravano non crescere. Gli insetti base sono ovviamente blatte e grilli, con il supporto delle tarme della farina. Per gli omogeneizzati bisogna avere un po’ di pazienza: non tutti i gechi lo mangiano volentieri e molte volte sono anche schizzinosi. Personalmente uso omogeneizzati senza conservanti di banana, mela/ananas o frutti misti. L’alimentazione avviene un giorno sì ed uno no, alternando insetti e omogeneizzato.
Di inverno generalmente il geco stesso si alimenta di meno per cui generalmente si scende a due porzioni di cibo a settimana.. poi ci sono i casi in cui il geco non è mai sazio, ma qui si va in base all’individualità.
Acqua ed umidità:
Non necessitano di una bacinella di acqua per due motivi:
1- le feci del geco possono finire nell'acqua trasformandola in un ricettacolo di malattie ed infezioni.
2- preferiscono bere direttamente dalle gocce d'acqua presenti su foglie e pareti del terrario in seguito alle nostre nebulizzazioni giornaliere, piuttosto che da uno specchio di acqua fermo.
La percentuale di umidità consigliata all'interno del terrario è circa sul 70-75 %, la quale è facilmente ottenibile con una nebulizzazione serale nei periodi più freschi ed una nebulizzazione mattutina ed una serale nei periodi più caldi.
Questo permetterà di evitare problemi di muta dovuti alla poca umidità, e soddisferà la sete dei nostri piccoli amici
Integrazione:
Gli insetti devono essere sempre spolverati con il buon vecchio calcio, sostituito una volta la settimana con calcio + D3 onde evitare malattie ossee.
Cibi alternativi:
Mi pare giusto spendere due parole sui "cibi alternativi" disponibili sul mercato i quali principalmente sono due:
1- Repashy Crested Gecko Diet (altrimenti detto CGD)
2- Zoomed's Gecko Food
Il primo (Repashy CGD) è una polvere disponibili in varie taglie e gusti.
Basta scioglere in un bicchiere una proporzione 1:2 di Repashy ed acqua (indi per ogni cucchiaino di polvere, andremo ad aggiungere 2 cucchiaini di acqua) e mescolare il tutto. Personalmente preferisco che sia leggermente più liquida rispetto al solito, sia per fornire più acqua possibile al geco, sia per far sì che il preparato non si secchi troppo presto (sopratutto in Estate).
L'etichetta del Repashy riporta tutta la procedura di cui sopra.
La confezione recita: proteine di varia natura al 20%, un range di calcio che va dal 1,2 al 1,4 % e vitamine, tra cui la beneamata D.
Indi può essere tranquillamente considerato un alimento effettivamente completo, tanto che alcuni allevatori lo utilizzano come sostitutivo degli insetti.
Personalmente non me la sento di consigliare la completa sostituzione degli insetti con questo preparato, però può essere un'ottima alternativa.
Il secondo (Zoomed's Gecko Food) è una polvere bianca disponibile nella sola versione "base".
Lo si somministra asciutto generalmente in un tappo delle bottiglie di acqua, anche se la confezione recita che è possibile aggiungergli acqua nei casi di gechi debilitati. Personalmente non ho mai provato la seconda soluzione, avendo dei risultati positivi lasciando il tappo pieno di polvere senza problemi.
L'etichetta riporta i seguenti ingredienti: proteine di varia natura al 13%, calcio e varie vitamine con la D3.
Anche questo viene considerato un alimento completo, anche se la confezione recita "Dieta completa". Su questo non mi trovo d'accordo per i motivi di cui sopra, ma tant'è vero che nel "retro etichetta" si legge "da somministrare contemporaneamente a grilli".
Come già detto, i due cibi di cui sopra sono ottime alternative e variazioni nei singoli pasti, però ribadisco che le regole base devono essere seguite.
Riproduzione
Sessaggio:
Il sessaggio può avvenire con certezza al raggiungimento della lunghezza di 7 cm circa testa-cloaca, per mezzo di un loupe o di una lente di ingrandimento, alla ricerca dei pori femorali, caratteristici dei maschi.
I maschi adulti sono facilmente sessabili perché presentano due segni inconfondibili:
- Un grosso rigonfiamento alla base della coda (emipeni)
- Una fila di pori femorali nella zona inguinale, ossia tra le zampe posteriori, sopra la base della coda.
Accoppiamento:
Una premessa, così come per gli altri rettili, anche le femmine di auriculatus necessitano di un minimo di peso per poter tentare la riproduzione: tale soglia minima è universalmente indicata come 35-40 g di peso.
E così come per gli altri rettili, le femmine generalmente si ben tollerano tra di loro (con le dovute eccezioni del caso), mentre i maschi si attaccheranno a vista.
Dopo l’unione, generalmente durante la notte, i due lieti partner consumeranno l’accoppiamento e dopo ciò, passati 25-30 giorni, avverrà la deposizione.
Per la deposizione possiamo prepararci in due modi: 1 se abbiamo un terrario naturalistico con substrato in torba, sincerandoci che la torba sia profonda abbastanza (4-5 cm dovrebbero bastare) 2 preparando una tana da deposizione, composta semplicemente da una vaschetta (di quelle che si usano per conservare il cibo) forata sul coperchio, riempita di torba (sempre umida).
Io personalmente preferisco la seconda opzione, anche se il substrato è in torba.
Ovviamente il segnale di una deposizione imminente sarà l’incessante scavare della nostra geca.
Anche gli auriculatus fanno anfigonia, indi da un singolo accoppiamento possono seguire varie deposizioni, generalmente 5-6.
Meglio segnarsi la data di accoppiamento per tenere sotto controllo le date: un superamento della data può indicare un rischio distocia (ritenzione delle uova) e minare la sopravvivenza della femmina.
Incubazione:
Le uova sono generalmente a forma ovale di circa 2 cm di lunghezza.
Appena deposto è di consistenza morbida, infatti la geca tende ad aspettare che si indurisca prima di sotterrarlo.
Fatto questo, andremo a recuperare le uova per spostarle in incubatrice.
Io generalmente utilizzo vaschette chiuse (senza fori) riempite con vermiculite e acqua in rapporto 1:1.
Onde evitare che la condensa mini la buona salute delle uova, le posiziono inclinate nell’incubatrice in modo che l’acqua scorra lungo il coperchio fino al bordo inferiore della vaschetta.
Le temperature di incubazione vanno dai 20°C ai 27°C, per una durata di 60-100 giorni massimo.
Gestione dei piccoli:
Generalmente i piccoli li alloggio in fauna box, con lo stesso arredamento degli adulti, quindi un tronco ben fissato e foglie finte.
Non mangiano mai appena dopo la schiusa dato che il sacco vitellino dev’essere ancora assorbito del tutto.
Per il resto l’alimentazione è identica agli adulti, con le sole precauzioni riguardanti le dimensioni degli insetti e la frequenza dei pasti che sarà di ogni giorno.
E’ buona norma provare a somministrare anche un po’ di omogeneizzato in modo che non siano troppo schizzinosi crescendo.
Molto importante è dividere subito i vari individui sin dalla loro nascita: si è visto infatti che a differenza dei ciliatus, gli auriculatus sanno essere spietati tra di loro, con atti di cannibalismo che possono andare dalla semplice perdita della coda di uno degli individui a più nefaste conseguenze.
Malattie:
Purtroppo bisogna anche far conto delle possibili malattie, ma se la gestione è ottima, si eviteranno grossi problemi.
La più grande problematica che si incontra nell'allevamento degli auriculatus (ma anche con molti altri rettili) è la MOM - Malattia Ossea Metabolica (o anche Malattia Osteo Metabolica)
Avviene per la mancanza di calcio a livello osseo o per inefficienza nel suo assorbimento. Una ottima integrazione è l’unica precauzione. E’ una malattia che se non presa in tempo porta al decesso, e che, una volta manifestata, non è reversibile, bensì solamente arrestabile.
Altre problematiche legate ad un cattivo mantenimento in cattività sono la perdita della coda ed i problemi di muta.
La perdita della coda è sempre un avvenimento traumatico per il geco che però generalmente non comporta rischi per la salute dell'animale. Nel caso degli auriculatus la coda ricrescerà col tempo anche se vi sarà una netta diversità tra il colore originario e quello della ricrescita.
Nel caso di problemi di muta invece, il parametro imputabile è l'umidità.
Tutti i gechi fanno una muta perfetta, levandosi l'exuvia (la pelle "vecchia") in un unico pezzo, generalmente mangiandosela in seguito. Questo è un comportamento del tutto normale. Ciò che non è normale invece è che la muta avvenga a pezzi, lasciando alle volte brandelli di exuvia attaccati. In questo caso è necessario aumentare l'umidità per portarla nei parametri corretti. Anche la mancanza di calcio può portare a questo problema.
Generalmente si evita di levare a mano la muta, ma se questa crea dei lacci intorno alla coda, dita od interi arti, è necessario intervenire con un cotton fioc bagnato ed una pinzetta, levando tale laccio con molta attenzione. Lasciare il laccio in sede potrebbe portare alla necrosi (morte dei tessuti) della parte interessata ed alla sua perdita.
Qui di seguito metto a disposizione una scheda di allevamento in versione PDF tranquillamente scaricabile per una più comoda lettura:
scheda_rhacodactylus_auriculatus.pdf | |
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